Tradizione e Innovazione

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La ricetta

Farina 00

Lievito di birra

Sale

Acqua

Preparazione

 

Pettole

Per preparare le pettole, setacciate la farina in una ciotola (1), fate al centro una fontana e scioglieteci il lievito di birra con poca acqua tiepida (2). Sciogliete nell’acqua rimanente il sale grosso (3) e

Pettole

versatela a filo poco alla volta sulla farina (4). Impastate con le mani per ottenere un impasto molto morbido e colloso (5), se necessario aggiungete altra acqua. Dividetelo in due parti quindi mettete subito una di esse in una ciotola, coperta da un foglio di pellicola, a lievitare in forno spento con la luce accesa per circa 2 ore (6).

Pettole

Tagliate le olive verdi e nere a rondelle (7) e aggiungetele all’impasto rimasto (8). Amalgamate bene gli ingredienti quindi mette anche questo a lievitare in forno spento coperto da pellicola (9). Quando i due impasti avranno raddoppiato di volume, predisponete sul fuoco una pentola capiente con abbondante olio di semi per friggere le pettole.

Pettole

Appena l’olio avrà raggiunto i 180° (potete utilizzare un termometro per misurare la giusta temperatura), con un cucchiaio prelevate poco impasto alla volta (10), bagnate un dito in poca acqua (11) e fate scivolare con esso dal cucchiaio la pallina di impasto direttamente nell’olio, in modo da creare i caratteristici gambi (12).

Pettole

Continuate così fino a che non avrete terminato prima l’impasto con le olive e poi quello semplice (o il contrario): le pettole devono essere belle dorate da entrambi i lati, quindi in cottura giratele con una pinza. Toglietele dall’olio e fatele scolare su carta assorbente (13): quelle alle olive saranno già pronte per essere mangiate così come quelle semplici. Per la versione dolce le pettole semplici andranno rotolate nello zucchero semolato (14) oppure cosparse di miele (15), non appena tolte dall’olio bollente!

Buone pettole a tutti!

La Storia

Cenni storici e curiosità sulla Pettola

Le pettole, soffici e gustose nuvole di pasta fritta, si preparano il giorno di Santa Cecilia e durante le festività natalizie, servite calde, cosparse di zucchero, o nella versione salata, riempite con acciughe, pomodorini e capperi o con cozze crude, baccalà, wurstel o pezzi di parmigiano. Si narra che una donna (poi destinata a passare alla storia) il giorno di Santa Cecilia preparò l’impasto per il pane, lasciandolo però lievitare troppo a lungo. Venne infatti catturata dalla musica degli zampognari e si mise a seguirli per i vicoli della città. Tornata a casa, scaldò l’olio, tuffandovi dentro le palline di pasta, non essendo essa più utilizzabile per i pane. I bimbi, che apprezzarono moltissimo la ricetta improvvisa, chiesero alla madre come si chiamasse e lei risposte “Pettel”, pensando ad una mini-versione della focaccia, chiamata “pitta”.

Se, per la tradizione, le pettole sono il frutto della sbadataggine di una casalinga (di questo non ci sono prove documentate); se il Gigante vi intravede un’etimologia latina (presumibilmente volgare, dove”pitta” sta per focaccia, con all’aggiunta del suffisso diminutivo “ula”), tenendo anche presente che nell’indoeuropeo si riscontra una radice *pi-tu” ( cibo) che, oltre a pettola, avrebbe dato origini all’inglese food, ai termini italiani “pietanza e pizza, e al greco “pita”, pur restando queste solo delle teorie; si cercano spiegazioni più concrete circa il consumo delle pettole durante il periodo natalizio.

Occorrono 500 grammi di farina 00, un cubetto di lievito di birra, 1 cucchiaino da caffè di sale, acqua quanto basta e olio d’oliva per friggere. Per preparare l’impasto che va fatto riposare per circa 2 ore, bisogna: setacciare in una coppa la farina, versando al centro un po’ d’acqua riscaldata, il sale, il lievito sciolto bene, continuando a lavorare energicamente il composto, con l’aggiunta di altra acqua, sino al raggiungimento di un impasto liscio, appiccicoso, quasi cremoso come consistenza. Dopo l’opportuno tempo di riposo, una volta che sarà raddoppiato di volume e si saranno formate sulla sua superficie delle bolle d’aria, si può finalmente mettere sul fuoco una pentola alta con abbondante olio d’oliva che, quando inizierà a fumare, potrà “ospitare” le famose pettole.

Per ottenerle, o formate delle palline da staccare tra pollice e indice (bagnandovi le mani con l’acqua per facilitare l’operazione), lasciandole scivolare nell’olio bollente, oppure aiutatevi, più semplicemente, con un cucchiaio. Le pettole saranno pronte non appena la pasta si sarà gonfiata e dorata. Ancora prima di carteddate, sannacchiudere, e diente de san Geseppe, le pettole sono un “assaggio” dell’atmosfera natalizia. Il segreto della loro morbidezza sta nell’energia con cui viene lavorata la pastella e per lasciar riposare al meglio l’impasto, è consigliabile coprirlo con uno strofinaccio o con una coperta, ponendolo in un luogo caldo e asciutto. Inoltre, la padella per friggerle deve essere piuttosto alta e le pettole devono “sguazzare” nell’olio per evitare che l’interno resti crudo.
Fonte: “http://www.meteoweb.eu”

Innovazione

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